- Luglio 30, 2021
- Posted by: 9be5i
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I crediti commerciali sono uno degli elementi più delicati all’interno di un’azienda, qualunque siano le sue dimensioni, e per questo motivo meritano degli approfondimenti. In questo articolo, partiremo da tre concetti basilari quali:
- Cosa sono;
- quali tipologie esistono;
- come valutarli.
Lo scopo è quello di avere in mano alcune nozioni e informazioni concrete, utili a gettare le basi di un’efficace strategia di gestione dei crediti commerciali, contenendo il rischio legato al credito. Sebbene su questo argomento gli aspetti da prendere in considerazione siano davvero tanti e legati – a titolo d’esempio – al settore merceologico, alle dimensioni dell’azienda e alla tipologia degli stessi crediti (nazionali o legati alle esportazioni), in questa sede vogliamo partire dal primo gradino.
Crediti commerciali: definizione e tipologie.
Per definizione, un credito commerciale consiste nella dilazione di pagamento che l’azienda venditrice concede al proprio cliente, in occasione di una vendita. Se quest’ultima può apparire come un traguardo, in realtà, fino al momento in cui il fornitore non ha incassato la somma di denaro dovuta dal proprio acquirente, rappresenta di fatto un costo e soprattutto un rischio per il fornitore.
A tutti gli effetti, durante il periodo di dilazione del pagamento, il venditore rinuncia alla disponibilità di una somma di denaro (rappresentata dalla vendita), avendo peraltro generalmente già sostenuto un costo.
L’azienda fornitrice, tramite la concessione di un credito commerciale alla parte acquirente, sta concedendo un prestito – rinunciando a percepire una somma di denaro per il numero di giorni concordati – assumendosi anche il rischio legato alla nascita di un credito commerciale nonché alla possibilità che esso non venga saldato alla scadenza pattuita.
In caso di mancato incasso o di un ritardo nel pagamento (laddove il cliente si auto conceda ulteriori giorni di dilazione), il fornitore subirà un danno economico che avrà inevitabilmente un impatto sul suo bilancio.
Se prendiamo in esame il punto di vista del compratore, la dilazione di pagamento ottenuta è sia una forma di finanziamento che può, in taluni casi, favorire chi non riceve finanziamenti dalle banche o chi, così facendo , ha modo di limitare la propria esposizione finanziaria.
Allo stesso tempo, il pagamento differito delle merci o dei servizi acquistati può rappresentare una forma di garanzia per la parte acquirente che avrà la facoltà di sollevare contestazioni circa la bontà di quanto ordinato, facendo dipendere da queste motivazioni il pagamento della somma dovuta piuttosto che la negoziazione della medesima.
Insomma, i crediti commerciali sono un valore fondamentale per una società e la loro gestione è una materia molto complessa che richiede una conoscenza approfondita e specifica dell’argomento.
Tuttavia, bisogan dire anche che, quelli di natura commerciale non sono l’unica tipologia di crediti che una società si trova a dover gestire. Esistono infatti a titolo esemplificativo e non esaustivo anche i:
- Crediti di finanziari, nei confronti di imprese controllate, collegate o controllanti;
- crediti diversi, come per esempio quelli verso l’Erario o i dipendenti.
In questo articolo tuttavia manterremo il focus sui crediti commerciali.
Come si valutano i crediti commerciali?
La distinzione di cui sopra nasce dall’esigenza di saper distinguere a quale tipologia un credito appartiene, e di conseguenza fare le opportune valutazioni. Da questo processo dipende infatti la corretta imputazione contabile e fiscale dei crediti di natura commerciale.
Nella fattispecie, essi sono infatti oggetto di analisi da parte dell’azienda, al fine di evidenziare (oltre a molti altri indici):
- Il loro valore di realizzo nello stato patrimoniale, cioè la somma di denaro che si pensa oggettivamente di riscuotere entro l’esercizio;
- redigere una svalutazione dei crediti, ossia la riduzione di valore dei crediti commerciali, importo che risulterà come voce di costo nel conto economico.
Il valore di realizzo è a tutti gli effetti il valore che si presume di incassare, tenendo conto di diversi fattori, dal rischio di insolvenza, di default o altri elementi, riferiti al portafoglio clienti ai quali si è venduto. Si redige quindi una stima valutando la reale esigibilità dei crediti che l’azienda ha in portafoglio, valutando settore e situazione economico-finanziaria dei singoli clienti.
La svalutazione dei crediti in bilancio tiene in considerazione le insolvenze, cioè quei crediti che non sono stati regolarmente saldati alla scadenza dalle Società clienti.
Se nella valutazione si evidenziano in modo ben preciso i clienti ritenuti più a rischio (sui quali si percepiscono problematiche relative ai futuri pagamenti), si procede accantonando una percentuale della somma dovuta al fondo svalutazione crediti.
Diversamente, se la previsione di non incassare una determinata percentuale del nostro monte crediti commerciali non è legata a dei clienti in particolare ma piuttosto ad altri fattori, come le statistiche di pagamento di un settore merceologico o un evento determinante, si procederà con l’accantonamento di un valore al fondo rischi su crediti.
Esistono strumenti efficaci di gestione dei crediti commerciali? Assolutamente sì.
Si può strutturare una strategia più o meno complessa per mitigare i rischi legati ai mancati pagamenti: dall’utilizzo di report di informazioni commerciali, di procedure di gestione delle fatture dalla fase di emissione sino alla scadenza, di recupero dei crediti.
Si può optare anche per una soluzione complessiva che abbracci tutti questi ambiti e non solo.
L’assicurazione crediti è uno strumento utile che protegge l’azienda dal danno economico legato al mancato incasso dei propri crediti commerciali. Seguendo le procedure indicate dalla Compagnia assicurativa, la Società è in grado di mettere in atto strategie efficaci di gestione dei crediti e di vendita, a partire dalla scelta e valutazione dei clienti in portafoglio, esistenti e potenziali.
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