- Luglio 30, 2021
- Posted by: 9be5i
- Categoria: Uncategorized
Nelle strategie di internazionalizzazione vive una inconfutabile certezza: non esiste un’operazione di import ed export a rischio zero.
Questa considerazione ci insegna che è indispensabile imparare a conoscere, gestire, controllare e tutelarsi dai diversi possibili rischi di queste attività.
Definizione del rischio nelle strategie di internazionalizzazione. Alcune tipologie.
Chi svolge attività di impresa sa che c’è sempre qualche rischio. Non fanno, nella maniera più assoluta, eccezione a questa regola generale le esportazioni e le importazioni.
Ebbene è il momento di guardare il commercio estero in una nuova prospettiva.
Da diversi anni il processo di internazionalizzazione è legato ad un progressivo processo di espansione delle relazioni internazionali, un continuo sviluppo dei traffici che porta alla nascita di un numero sempre maggiore di rapporti sia commerciali che politici.
L’aumento del numero di contatti internazionali porta, a sua volta, una crescente competizione globale fra imprese che appartengono a sistemi economico-sociali diversi. Come naturale conseguenza, le imprese e gli uomini devono confrontarsi in un unico scenario internazionale, provando anche a ipotizzare i possibili rischi, che aumentano in maniera esponenziale.
È giunto il momento di declinare il concetto di rischio nei processi di vendita e di acquisto tipici degli scambi nei mercati internazionali, utilizzando una delle tante definizioni in uso.
È preferibile sceglierne una precisa, breve, ma efficace. Ancor meglio se supportata da un semplice schema di analisi, come quella proposta di seguito:
- I rischi sono vari e diversi e devono essere suddivisi per categorie. Questi rischi possono essere identificati nel verificarsi di un evento imprevedibile e che può generare un danno doloso o fortuito, proprio quando è in corso un’attività di esportazione e/o di importazione. Queste attività sono note come una sequenza di prestazioni che un’impresa fornisce ai clienti all’estero o che richiede ai vari fornitori internazionali;
- Per rischi nel commercio internazionale intendiamo quindi eventi in grado di influenzare negativamente il successo delle operazioni commerciali con l’estero.
L’aumento dei rischi: un effetto dominio a cui fare attenzione
L’esperienza e la conoscenza del settore mi costringono a rilevare che molti rischi legati ai processi di internazionalizzazione vengono trascurati molto spesso. Infatti, solo una parte delle aziende orientate all’import e all’export si avvale di una gestione strategica del rischio.
I rischi, per loro natura, non vanno mai affrontati ed analizzati singolarmente, ma devono essere gestiti in modo fluido e coerente con le strategie di internazionalizzazione. Inoltre, i rischi devono essere caratterizzati da una “tempistica”, nella quale vanno posti in prima posizione come momento di analisi.
Forse un esempio può essere d’aiuto per spiegare quanto detto.
Mettiamo il caso in cui si entra in contatto con un nuovo potenziale cliente e la trattativa commerciale arriva alle battute finali, l’azienda potrebbe informarsi sulla solvibilità della controparte e, qualora le informazioni sulla suo conto non siano del tutto “rassicuranti”, si potrebbe ipotizzare la stipula di un’assicurazione contro il rischio di cambio e, allo stesso tempo, si potrebbero utilizzare strumenti finanziari per la riduzione del rischio di credito.
Bisogna aggiungere, poi, che tutte le strategie di marketing internazionale di penetrazione nei vari mercati target ipotizzati, vanno preparate con severa attenzione.
Infatti, è fondamentale:
- Effettuare attente analisi sui singoli Paesi e mercati;
- valutare eventuali criteri di assicurazione del credito;
- mettere in pratica, al contempo, anche un’accurata gestione della movimentazione delle merci, scegliendo con criterio vettori e spedizionieri e stipulando anche efficaci ed efficienti coperture assicurative sui beni viaggianti.
Il processo di “International Risk Management” nelle aziende internazionalizzate
L’operatività della gestione dei rischi dovrebbe essere organizzata nel processo aziendale definito “Risk Management”, che possiamo tradurre letteralmente in “Gestione del Rischio”, un “metodo” che ogni azienda dovrebbe applicare sistematicamente alla propria gestione, mediante differenti operazoni quali: identificazione, misurazione, valutazione e trattamento dei rischi nelle attività internazionali.
In sintesti, il compito di tutte le risorse, e non solo di quelle che lavorano nella diretta della gestione del processo di “Risk Management”, dovrebbe essere quello di salvaguardare e potenziare gli elementi intangibili del valore dell’azienda, per il miglioramento dei propri stakeholder, sopportandone gli obiettivi attraverso la predisposizione di una metodologia dinamica che consente lo svolgimento coerente e controllato di ogni futura attività legata alle tecniche di commercio internazionale e alle strategie di internazionalizzazione.
Ma quali sono i benefici dell’“International Risk Management” per un’azienda?
- In primo luogo, l’evoluzione del processo decisionale che porta alla pianificazione e alla creazione di priorità attraverso una comprensione esauriente e strutturata di tutte le attività rivolte ai mercati internazionali, con il conseguente perfezionamento di tutti gli eventi e delle relazioni internazionali.
- Un secondo vantaggio è l’utilizzo e la ripartizione più efficace delle risorse economiche ed umane che ogni organizzazione assegna per lo sviluppo del valore internazionale dell’impresa nelle percezioni dei vari clienti nei mercati target.
- In aggiunta, l’adozione di strategie di Risk Management permette la protezione dell’investimento per la crescita del “brand awareness” che altro non è se non il grado di conoscenza di un marchio da parte dei consumatori, del know how dell’organizzazione e delle persone chiave, nonché l’efficienza operativa anche in ottica lean.
Va ricordato che ogni attività riguardante l’“International Risk Management” non dovrebbe mai corrispondere a una singola azione atta a coprire un singolo rischio, ma deve essere sempre interpretata e organizzata nell’ottica di una procedura continua, che, con un approccio graduale, coinvolge tutta la “corporate strategy”.
Si tratta di una strategia a lungo termine, che deve essere integrata nel clima intellettuale dell’organizzazione attraverso un approccio mirato da parte di tutte le risorse in modo da gestire al meglio responsabilità specifiche e ruoli all’interno dell’azienda.
Inoltre, l’“International Risk Management” non è da confondere con il concetto di “Risk Assessment” che significa letteralmente “analisi del rischio”. Infatti, con questa tipologia di analisi si mettono in pratica tecniche volte alla determinazione di un singolo rischio associato a determinati pericoli o sorgenti di rischio.
Di conseguenza, il Risk Assessment non è utile per l’individuazione dei rischi nelle attività di commercio estero, perché, solitamente, è un metodo di ricerca applicato in modo specifico a molteplici campi, come ad esempio quello agro-alimentare, oppure durante attività volte allo sviluppo di sistemi di protezione dell’ambiante e del territorio.
Una classifica dei vari rischi nelle attività internazionali.
Spesso le imprese indentificano con il mancato pagamento della fornitura come una sorta di rischio principale e “rischio assoluto”.
È vero che il mancato pagamento di una fornitura ha un impatto importante sull’equilibrio delle imprese che, per caratteristiche strutturali, non sono grandi aziende e anzi sono solitamente piccole e micro imprese.
Una delle tecniche solitamente utilizzate per ottenere una copertura nei confronti di questo rischio è, generalmente, l’applicazione della clausola del pagamento anticipato.
La tipologia di rischio
La tipologia di rischio deve essere intesa in maniera molto più ampia. Perché non esiste solo un rischio ed una sola possibile copertura.
È giusto dire che esistono varie tipologie di rischio che spesso sono collegate tra loro.
Per valutare la reale presenza dei rischi ipotizzati e quindi definire di quali coperture avvalersi, così come quali rischi cedere e quali accollarsi consapevolmente, è bene conoscere queste possibili correlazioni tra rischi.
Le fasi di riconoscimento e valutazione di un determinato rischio hanno grande importanza, perché l’obiettivo finale è fornire la soluzione migliore per cogliere l’opportunità commerciale e relativa remunerazione, mitigando nel contempo i rischi in campo.
Per ogni tipologia di rischio devono essere individuate precise azioni per proteggere l’attività di commercio internazionale in un contesto di pluralità di rischi.
Non forniamo in questa sede una classificazione completa e specifica, poiché il discorso si farebbe lungo e complesso. Tuttavia, potremo individuare tre categorie principali di rischi:
- Quelli dinamici e assolutamente fuori dal controllo delle aziende;
- quelli derivanti dall’operare errate scelte commerciali;
- quelli connessi con gli adempimenti e le attività tipiche degli scambi internazionali.
Saverio Aprile da circa vent’anni è International Trade Consultant.
È fondatore di Axia Consulting, società di consulenza e formazione specifica per l’internazionalizzazione delle imprese e il commercio estero, attiva sia in Italia sia all’estero, che si occupa di creare e sviluppare azioni di internazionalizzazione alle imprese, attraverso marketing, gestione delle relazioni internazionali ed erogazione delle competenze distintive di commercio.
È autore di numerose pubblicazioni sempre sul tema dell’internazionalizzazione e del commercio con l’estero.